Ci risiamo: cambia la città ma non cambia il copione. Ormai il Cagliari e i suoi tifosi si sono abituati a vedere la propria squadra giocare in trasferta anche quando non dovrebbe. Già, prima l’intoppo a riguardo erano le condizioni precarie dello Stadio Sant’Elia, ormai non più agibile e poco adatto a fare da cornice alle gare dei Rosso Blu; la questione, dopo mesi travagliati, sembrava risolta con l’adeguamento del già esistente impianto sportivo Is Arenas di Quartu Sant’Elena.
Proprio adesso che il Cagliari poteva nuovamente contare sul tifo dei propri sostenitori in casa ecco che nuovamente bisogna fare i conti con le trasferte obbligate, con conseguente mancanza di tifosi al seguito. Proprio quest’ultimo elemento ci deve far riflettere: è possibile che non ci siano altre soluzioni in merito? Perchè penalizzare la squadra, che si ritrova a giocare in campo neutro, quando le responsabilità sono da cercare altrove? E soprattutto, perchè punire un’intera tifoseria privandola del suo diritto sacrosanto di seguire in casa le partite della propria squadra del cuore?
Ormai il Cagliari e i suoi tifosi si sono abituati, dicevo. Ma non è lecito che una situazione del genere diventi abitudine, è invece lecito che i sostenitori Rosso Blu siano adirati per una realtà che potrà anche cambiare circostanza, ma rimarrà sempre tale, subdola e diabolica.
A proposito di ciò: chissà quale soluzione si sarebbe trovata se ciò fosse accaduto ad una “grande”…chissà…