Lionel Messi, la “Pulce” da 91 gol in un anno

« Sappiamo che se Messi prende palla, lui può fare qualcosa di diverso dagli altri »

(Diego Armando Maradona)

Un ragazzo di quasi 25 anni, diventato padre da poco più di un mese, è l’idolo mondiale di tutti coloro che amano il calcio: impersona l’ideale di calciatore, il giocatore che tutti vorremmo nella nostra squadra del cuore, non solo per gli impressionanti risultati che ha conseguito sul campo, ma anche perché, Lionel Messi, con il suo impegno costante e la sua tangibile umiltà, è anche un modello da seguire.

Nato a Rosario, in Argentina, cominciò a muovere i primi passi nel calcio giocando nella squadra allenata dal padre, all’età di cinque anni, mentre tre anni dopo avvenne il passaggio in altri due club. Passarono altri tre anni, da un avvenimento che avrebbe potuto porre fine al suo sogno di bambino: la bassa produzione di un ormone della crescita si mise in mezzo tra la sua ambizione e il suo futuro: la caparbietà del padre riuscì a trovare una soluzione ai problemi del figlio, obbligato ormai a ricevere costose cure, che però il River Plate, squadra che dimostrò il suo interesse verso il giovane Lionel, non aveva le possibilità per prendersene carico.

Fu proprio in questo frangente che arrivò la svolta, dopo aver fatto un provino per il Barcellona,squadra in cui ancora milita: convinto e stregato dal suo talento, il club decise di prendersi caricodelle cure che gli necessitavano per assicurarsi, le sue prodezze, ma ad una condizione: iltrasferimento in Spagna. Accettato lo spostamento, firmò il suo primo contratto, il 1 marzo 2001, iniziando la scalata dalla terza squadra, impressionando tutti con il suo innato talento nel calcio, ambizione di molti, realtà di pochi. Dopo soli tre anni,il 6 marzo 2004,arrivò l’esordio in prima squadra:nello stesso anno esordì anche in Champions League. Sigla la sua prima rete, a distanza di un anno e due mesi dall’esordio, all’età di 17 anni.

Da allora la sua carriera, già impressionante dal principio, decollò e regalò ai tifosi di tutto il mondo e agli amanti del calcio le sue strabilianti abilità, la sua rapidità, le sue giocate, che fanno sembrare il gioco del calcio qualcosa di semplice per tutti, ma forse l’agevolezza che haLionel nell’esprimersi e nel segnare è un qualcosa che gli è stato regalato dal destino: non deve essere stato facile per un bambino di soli undici anni fare i conti con una malattia così importante. Malgrado ciò il gioco del calcio gli ha dato la possibilità di diventare ciò che è oggi, un giocatore di fama mondiale che sta conquistando parecchi record: nel suo cammino dette anche contributo alla Nazionale Argentina e a molte altre competizioni, vincendo innumerevoli riconoscimenti, tra cui tre Palloni d’Oro, la conquista della copertina di alcuni famosi videogiochi, compreso il recente FIFA 13, e la preziosa sponsorizzazione dell’Adidas.Si può dire che Lionel è riuscito a conquistare i più disparati riconoscimenti ma forse è più adatto dire “conquisterà”, perché sicuramente ne arriveranno molti altri, data la giovane età e le sue spiccate capacità sul campo.

Il 7 gennaio prossimo ci sarà la Premiazione del vincitore del Pallone d’Oro, Lionel rientra tra i possibili vincitori: difficile pensare che non sarà lui a trionfare anche quest’anno, con i suoi 91 gol segnati nell’anno 2012, tra le reti segnate con la maglia del Barcellona (79) e quelle siglate con la casacca della Nazionale Argentina (12), insomma, un traguardo da capogiro. Record su record, Lionel Messi sta lasciando un indelebile segno nel calcio moderno anche grazie al fatto che forse la facilità con cui gioca a calcio fa trasparire anche la “leggerezza” con cui lo fa, donando un bellissimo esempio anche ai più piccoli e ricordando a tutti che il calcio è anche un gioco, ed è il più bello del mondo.

La classe della Pulce è un qualcosa di inimitabile, quasi di timbro alieno che ancora fa credere nelle favole e ci fa convincere che nulla è impossibile.

 

Pubblicato da corinneerbi

Nata a Torino nel 1991, dal 2005 sono una tifosa del Cagliari, e da allora amo andare allo Stadio per seguire la mia squadra. Ho deciso di intrecciare la mia passione per il Cagliari e quella innata per la scrittura ed ecco il risultato! Per me è davvero un traguardo importante, se penso che fino a qualche tempo fa avevo smarrito l'ispirazione: il Cagliari mi ha aiutata a ritrovare me stessa, e l'ha fatto nel migliore dei modi possibili!