Cagliari, storia di una squadra temuta e maltrattata

cagliari esultanzaQuando ho cominciato a seguire il Cagliari sono entrata anche nella realtà “Calcio”, essendo una neo tifosa. Inizialmente ignorante in materia, ho iniziato ad essere sempre più curiosa riguardo ai motivi per cui l’arbitro fischiava certi episodi durante la partita, e così tempestavo mio padre di domande, per cercare di capirci qualcosina in più. Devo essere sincera, sono stata di comprendonio facile, tranne che per il fuorigioco, in quel caso ci ho messo un pò di più a capire. Man mano che il tempo passava, domenica dopo domenica, dopo aver superato il primo periodo di ingenuità, cominciai a notare che qualcosa non quadrava. Interventi fallosi, rigori, ammonizioni ed espulsioni, fuorigioco, calci d’angolo, rimessa laterale: secondo le regole che mi aveva spiegato mio padre, ogni tanto c’era qualcosa che non tornava.

“Ma non avrebbe dovuto assegnare un rigore a favore nostro?” oppure “Ma quell’entrata così scomposta non è da punire con un’ammonizione almeno?” e anche “Aspetta, ma quel gol era in fuorigioco!”. Potrei andare avanti così e riempire una decina di righe, ma credo che abbiate compreso il senso. Con mia gioia notavo che, a parte le occasioni in cui mi confondevo, mio padre annuiva, il più delle volte imprecando contro il direttore di gara, che dimostrava pochissimo senso di correttezza. Ingenua pensavo che semplicemente qualcosa poteva passare inosservato agli occhi dell’arbitro, ma mi chiedevo come mai, ogni domenica un direttore di gara diverso, quelle osservazioni mancate capitavano quasi sempre.

“Ce l’hanno con noi, lo fanno apposta! Non è possibile!”: quante volte ho sentito questa frase, e per quanto provassi a trovare una ragione a quelle inesattezze, non potevo non prendere atto di ciò a cui era sottoposto il mio sguardo, fisso su quella tv fino al triplice fischio. Dopo poco tempo di tifo RossoBlu cominciai anche a difendere quello che ormai era diventato il mio Cagliari, contro chi affermava che quella delle ingiustizie arbitrali fosse solamente una scusa per motivare le sconfitte e non la realtà. Assistere a quegli arbitraggi indecorosi mi aiutava anche ad essere più obiettiva, mi permetteva di capire quando il Cagliari perdeva per demerito proprio e non per le scelte discutibili del direttore di gara. E che nervoso mi veniva in occasione delle partite contro le “big”, le “grandi” della Serie A: urla da stadio ogni domenica, e la voce che mancava completava il male alla gola.

Sconfitte immeritate, gol annullati, rimesse non assegnate, calci d’angolo invisibili,  per non parlare di tutti i falli da espulsione e da rigore ignorati, solamente perchè era Cagliari contro Inter, Milan, Juventus o Roma, solamente perchè il Cagliari avrebbe potuto vincere e non avrebbe dovuto. Serviva il classico aiuto dall’alto, quello che doveva sistemare la faccenda, quello che, secondo loro, faceva andare le cose come dovevano andare. Ma la verità era che il Cagliari fa paura a molti, era scomodo in un Campionato composto da partite fatte sulla carta in cui avrebbe potuto stravolgere gli schemi. La verità era quella, e non è cambiata: l’unica differenza è che, al posto di un calcio d’angolo non assegnato o un’espulsione di troppo, ora c’è la vicenda Stadio, c’è una squadra privata del proprio Presidente, c’è un insieme di uomini in giacca e cravatta che hanno il serio progetto di demoralizzarci e di spingerci per farci cadere nel dirupo, un gruppo di uomini che però, a quanto pare, non sono neanche in grado di organizzarsi in modo opportuno per coprire quell’odore di bruciato di cui ormai abbiamo impregnati i vestiti e la pelle.

Il Cagliari sta pagando e sta subendo tutto ciò che sta provando ad abbatterlo perchè se fosse in un Campionato pulito si troverebbe in alto, e non lotterebbe solamente per la Salvezza. Noi tifosi stiamo pagando il nostro amore per una squadra che è nel mirino di potenti, che non hanno nemmeno la concezione di cosa significhi il Cagliari per il nostro Popolo e non sono neanche coscienti dell’importanza vera del gioco del Calcio, ormai ridotto ad essere solamente un gioco d’azzardo, stiamo pagando il nostro essere calorosi, l’ ambizione di vedere la nostra squadra nei posti prestigiosi della classifica, stiamo pagando il nostro essere civili e corretti, la nostra pazienza. Stiamo pagando il nostro voler un Calcio pulito.

Ma forse tutto questo mi ha fatto capire perchè a suo tempo non riuscivo a comprendere la regola del  fuorigioco: purtroppo il regolamento, non è uguale per tutti.

Pubblicato da corinneerbi

Nata a Torino nel 1991, dal 2005 sono una tifosa del Cagliari, e da allora amo andare allo Stadio per seguire la mia squadra. Ho deciso di intrecciare la mia passione per il Cagliari e quella innata per la scrittura ed ecco il risultato! Per me è davvero un traguardo importante, se penso che fino a qualche tempo fa avevo smarrito l'ispirazione: il Cagliari mi ha aiutata a ritrovare me stessa, e l'ha fatto nel migliore dei modi possibili!

4 Risposte a “Cagliari, storia di una squadra temuta e maltrattata”

  1. …abiti a cagliari ?….mi sono innamorato….è una lettera bellissima…mi vuoi sposare ???!!! Ciao e complimenti

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