Sognare in grande? Bello. Ma i valori verranno preservati?

Non si sceglie la propria squadra del cuore, è lei a scegliere noi. I tifosi del Cagliari sanno bene quanto sia il valore racchiuso da quelle otto lettere, sanno bene che sostenere i colori che quelle otto lettere rappresentano non è sempre semplice, anzi.

Lo sappiamo, e se ancora non ce n’eravamo accorti, ora, dopo la vicenda Stadio e le voci secondo cui il presidente Massimo Cellino avrebbe venduto la società a non si sa chi, credo che anche i più ingenui abbiano compreso quanto sia complicato mantenere viva l’attenzione verso il calcio giocato, dando un po’ meno peso alle indiscrezioni legate alle vicende esterne al campo di gioco. Ma come si può non dare attenzione alle vicissitudini in cui si trova coinvolto il Cagliari dal 2012 ad oggi? Prima il fattore Stadio, che è stato anche motivo di derisione da parte delle altre tifoserie, coscienti che se il Cagliari potesse giocare in un impianto funzionale e degno di essere considerato tale (Is Arenas, vi dice qualcosa?) darebbe filo da torcere a tutti, e non poco. Adesso la questione legata alla cessione della società da parte del patron RossoBlu. Tifare per una squadra è questione di fede, ma credo che per i tifosi cagliaritani questa fede sia ancora più forte e profonda, talmente è messa costantemente alla prova.

Quando il vociferare propone anche delle percentuali, quando mette di fronte alla mancanza della sola ufficialità, quando testate giornalistiche, siti web e addirittura presunti messaggi di testo inviati dallo stesso Presidente ci mettono di fronte ad una realtà quasi scontata, come si fa a non cominciare a sognare un futuro migliore, come si fa a non intravedere i traguardi che tutti i veri sostenitori vorrebbero rivivere, o vivere per la prima volta. Molti di noi ancora non hanno imparato ad ignorare le notizie di calciomercato, figurati se può essere facile non “montarsi la testa” di fronte all’eventualità dell’acquisto del Cagliari da parte del qatariota al-Thani, lo stesso che possiede il Paris Saint German, il fondatore della Qatar Sport Investments, società che ha anche trovato spazio sulla casacca del Barcellona, con la Qatar Foundation, fondazione a scopi benefici.

“Soldi, tanti soldi. Quindi investimenti, giocatori di alto profilo, altri obiettivi oltre la Salvezza e… Scudetto! Potremo provare a lottare nuovamente per conquistare il Tricolore!”

Mentirete se avrete il coraggio di dire che non avete pronunciato una frase del genere dopo aver appreso la notizia della cessione al qatariota al-Thani, dopo che anche altri nomi del calibro di Moratti e Galliani erano stati accostati alla trattativa. Se non l’avete né pensata, né mai pronunciata, allora tanto di cappello. Se invece vi è successo di dirlo, e anche a gran voce, ma poi avete fatto dietrofrónt, allora posso darvi la mano. Ammetto che l’entusiasmo ha investito anche me, a gran velocità, ma ammetto anche di essermi bloccata non appena la mente si è raffreddata e ha cominciato a ragionare senza farsi prendere in giro.

Siamo davvero sicuri che questa trattativa sia realmente giunta a buon fine? E anche se fosse, non è vero che non è tutto oro quel che luccica? Insomma, noi siamo da sempre legati ai valori che il Cagliari da sempre tramanda alle nuove generazioni di tifosi: il rispetto, l’onestà, la tradizione. Chi ci assicura che la grande valigia riempita di pregi morali fin dal principio non venga portata via dal presidente presunto uscente Massimo Cellino? Chi può assicurare a tutti noi tifosi che il confine fissato al raggiungimento della salvezza si espanderà fino a quello delle competizioni più importanti, fino allo Scudetto, e che rimarrà così anche se dopo un anno, due, o tre, non si riesce a vincere nulla? Quale sarà il reale interesse di questo interessato compratore?

Tante domande, quanti sono i dubbi. E come se non bastasse il clima di incertezza è reso ancora più saturo di dubbi a causa dello scontrarsi delle notizie divulgate a mezzo stampa e tramite i social network, da parte di chi ha la nostra piena fiducia grazie al ruolo che ricopre.

MA A NOI TIFOSI, CHI TIENE REALMENTE? Chi sta agendo per il bene del Cagliari? Cellino, gettando la spugna, chi dà ormai per certa la cessione del Cagliari sicuro che sia l’assoluta verità, o chi ci consiglia di rimanere con i piedi per terra, infrangendo per i più ambiziosi i sogni di gloria?

L’unica cosa certa è che avremo le risposte a tutti questi quesiti.

 Auguriamoci solo, per ora, di averle il prima possibile.

Pubblicato da corinneerbi

Nata a Torino nel 1991, dal 2005 sono una tifosa del Cagliari, e da allora amo andare allo Stadio per seguire la mia squadra. Ho deciso di intrecciare la mia passione per il Cagliari e quella innata per la scrittura ed ecco il risultato! Per me è davvero un traguardo importante, se penso che fino a qualche tempo fa avevo smarrito l'ispirazione: il Cagliari mi ha aiutata a ritrovare me stessa, e l'ha fatto nel migliore dei modi possibili!

Una risposta a “Sognare in grande? Bello. Ma i valori verranno preservati?”

  1. Se arriva l’emiro che compra i fenomeni, della squadra che tifiamo oggi a settembre potrebbe non rimanere più nessuno se non il semplice colore della maglia. Io tifo il Cagliari e quei giocatori che da anni stanno dando tutto per i nostri colori. Vedere Nainggolan che va via in lacrime e continua a scrivere “forzacasteddu” e usa i parastinchi con i 4 mori, vedere Macellari che dorme con la maglia rossoblù, Oliveira Lopez e Suazo che hanno messo famiglia e radici qui. Si sarebbe bello vedere Messi Ibra e Ronaldo con la maglia rossoblu, ma non sarebbe lo stesso!

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