C’era una volta, (e ci sarà sempre) una grande squadra…

CAGLIARI-INTER 1-1C’era una volta una squadra di Calcio, nata grazie alla voglia di aggregazione e di sana competitività di un gruppo di studenti. Col passare del tempo quello che sembrava essere solamente un progetto ideato per riempire le giornate dei primi anni del Novecento diventò un modo di vivere per molti, una vera e genuina passione, un motivo di orgoglio. Proprio così, quel gruppo di studenti di certo non si sarebbe mai immaginato che avrebbe potuto cambiare per sempre la storia di una città, ma fu proprio così che andarono le cose. Pomeriggio dopo pomeriggio, torneo dopo torneo, si andò a creare un’inebriante atmosfera intorno a quel gioco andato in scena un giorno del lontano 1902, una amata consuetudine che oggi è diventata una preziosa tradizione, da proteggere e da tramandare, per mantenere vivida e luminosa la storia di questa squadra, che fece dei colori della sua città la propria sfumatura distintiva nel 1926: rosso e blu, i colori della passione e dell’orgoglio.

Si susseguirono gli anni, gli allenatori, i giocatori, i Presidenti, e gli impianti che ospitavano questa squadra dal cuore grande. Le ambizioni non mancavano di certo, i giocatori sardi in squadra si amalgamavano in modo eccellente con quelli provenienti dal resto di Italia, e la voglia di riscatto riuscì a portare alla conquista del più ambito titolo quella squadra, forte e suggestiva come la bellezza della città che rappresentava. Un passo dopo l’altro, con la sola forza dei propri muscoli e delle proprie idee, quella squadra aprì il cammino verso la più grande vittoria di sempre. Tra il 1964 e il 1969 il Cagliari pose le basi per conquistare il prezioso titolo di Campione di Italia, e nel 1970 ci riuscì: per la prima volta nella storia del Calcio vinse lo Scudetto una squadra del mezzogiorno, e quella squadra fu proprio il Cagliari, la formazione che marcò la storia del riscatto di quelle popolazioni italiane schiacciate dal potere incalzante del Nord Italia, quei rappresentanti speciali dell’orgoglio degli “ultimi”avevano il Rosso e il Blu cagliaritano sulla pelle. I giocatori che si vestirono di quei magici e virtuosi colori scrissero la storia del Calcio, ma ancor di più posero la prima parola sul nuovo capitolo del corso degli eventi di quel gioco, così semplice ma così complicato, così naturale e divertente, ma anche carico di sogni, di ambizioni, di lacrime: lacrime nere come il dolore creato dal periodo storico, lacrime di gioia, quelle che sono sgorgate dagli occhi di chi ha sentito un po’ sua quella storica rivincita, una rivalsa popolare indimenticabile, ma che molti sfortunatamente dimenticano.

Quella squadra dovette affrontare discese buie, ma visse anche molte risalite trionfali, come la caduta in Serie C1 e il riscatto che riportò nel giro di tre anni riportò il Cagliari in Serie A, per poi approdare in Coppa UEFA; e la caduta contro il Piacenza durante quel maledetto spareggio per assicurarsi la Serie A, seguito dal fulmineo ritorno nella massima Seria dopo solamente una stagione. E poi nuovamente la Serie Cadetta e le sue sofferenze in attesa di ritrovare la luce, nel 2005. Da allora questa squadra ne ha superate tante, molti sono stati i momenti trascorsi attaccati ad un filo, ma ciò che rende questa realtà calcistica unica è la sua capacità di ritrovare se stessa anche quando gli altri già la condannano ad una fine certa, la forza di questa squadra sta nell’orgoglio che la storia emana ai giocatori che ne fanno parte. Nel 2008 i protagonisti RossoBlu di allora misero in atto una insperata salvezza, suscitando nel cuore dei loro tifosi un‘eccezionale sensazione di riscatto molto simile a quella che si era respirata nel 1970, contro chi fino a pochi mesi prima dava ormai il Cagliari per spacciato, felici di non ritrovarsi più tra i piedi una squadra forte, all’altezza di ogni avversario, pronta ad affrontare le più difficili circostanze. Dal 2012 questa squadra non ha più uno Stadio in cui disputare le sue partite casalinghe, ma nonostante ciò è riuscita a mantenere la Serie A in pugno, inondando di stupore tutti coloro i quali stavano sperando di non incrociare mai più quei volti, carichi di motivazione e di orgoglio, di umiltà e di professionalità. Neanche ponendo dietro le sbarre il Presidente di questa squadra sono riusciti a fermarla, anzi, l’hanno resa ancora più vigorosa e consapevole della propria forza: l’affiatamento, intrecciato alle spiccate potenzialità intrinseche. La triste lontananza da casa durante le gare interne continua, ma il Cagliari sta continuando a regalare successi, gioie e consapevolezze ai suoi tifosi, non tirandosi mai indietro di fronte agli ostacoli. Eroico fu in quel 1970, esaltante e altrettanto glorioso è oggi, il Cagliari. Scomodo come non mai, offeso, apprezzato solamente per metà, o forse meno. Sminuito e ferito, schiaffeggiato e reso bersaglio di disparità di trattamento.

Una grande squadra non è resa tale soltanto dalla ricchezza, in termini di denaro, che possiede: una grande squadra ha una storia importante alle proprie spalle, è un simbolo per una popolazione, una grande squadra incute timore alle altre, una grande squadra regala emozioni, una grande squadra rende orgogliosa di sé i propri tifosi ancor di più nelle difficoltà, una grande squadra è invidiata. Una squadra per essere grande deve dare il buon esempio, deve essere corretta e leale. Non basta una successione di scudetti conquistati con l’inganno per fare una grande squadra, non basta un patrimonio stellare, non basta segnare un numero esorbitante di reti: la grande squadra la vedi sudare dal primo fino all’ultimo minuto mentre cerca di regalare una vittoria ai propri tifosi, la vedi soffrire in silenzio, la senti gridare di orgoglio e rialzarsi contro le ingiustizie per abbattere ogni ostacolo, anche il più infimo impedimento posto sulla propria strada appositamente dagli antagonisti, non lamentarsi a sproposito indicando il responsabile di tutto ciò; una grande squadra è grande nel suo cuore, quando chi ne fa parte ti sorride umilmente e non si allontana da un bambino con una macchina fotografica in mano, una grande squadra è prima di tutto una grande famiglia, fiera di far entrare nella propria vita anche i propri tifosi. Una grande squadra si mischia nella folla di sostenitori per reclamare i propri diritti, una grande squadra fa dell’umiltà la sua vicinanza con il proprio popolo.

 

C’era una volta una grande squadra di nome CAGLIARI. C’era, e CI SARA’ PER SEMPRE.

 

Pubblicato da corinneerbi

Nata a Torino nel 1991, dal 2005 sono una tifosa del Cagliari, e da allora amo andare allo Stadio per seguire la mia squadra. Ho deciso di intrecciare la mia passione per il Cagliari e quella innata per la scrittura ed ecco il risultato! Per me è davvero un traguardo importante, se penso che fino a qualche tempo fa avevo smarrito l'ispirazione: il Cagliari mi ha aiutata a ritrovare me stessa, e l'ha fatto nel migliore dei modi possibili!